Mob Designing: più siamo meglio è

Gabriella Cinque
3 min readOct 3, 2018

Ho avuto la fortuna qualche giorno fa di assistere a una fantastica presentazione sul Mob Programming da parte di Alexandre Victoor, sviluppatore per la startup Fluo.

La sua presentazione mi ha molto colpita e mi sono quindi chiesta: è possibile applicare questo metodo di lavoro anche al design di interfaccia?

Che cos’è il Mob Programming

In due parole, funziona cosi: invece di lavorare ognuno per conto proprio su una tessera del puzzle, un gruppo di sviluppatori (tra 5 e 15 di solito) lavorano tutti insieme sulla stessa tessera.

Ognuno di loro manovra la tastiera del computer per un tempo determinato, per esempio 10 minuti, ma in realtà quello che scrive è solo il braccio che esegue le soluzioni cogitate e negoziate tutti insieme in tempo reale dall’intelligenza collettiva del gruppo.

Prima di assistere alla presentazione di Alexandre, avevo solo visto lui e gli altri programmatori lavorare con questo processo e onestamente ero un pochino scettica su questa storia di passarsi la tastiera ogni 10 minuti.

Nella mia ignoranza, pensavo che fosse poco produttivo perché in questo modo ogni programmatore lavorava effettivamente solo un’oretta al giorno.

Poi Alexandre, col suo animo gentile e il suo spirito collaborativo, mi ha illuminato.

I vantaggi del mob

In realtà una equipe che lavora con questo metodo è sul lungo periodo più produttiva, per i seguenti motivi:

  • Qualità: Il confronto implica che si privilegi la scelta di programmazione migliore e quindi non ci sarà bisogno di ritornarci su in futuro
  • Concordia: Tutti mettono da parte il proprio ego per un fine comune e la voce di tutti conta, il che poi migliora le relazioni interpersonali nel gruppo di lavoro
  • Formazione: se l’equipe è pluridisciplinare, ognuno apporterà le sue conoscenze e tutti se ne arricchiranno ogni giorno, come se fosse un corso di formazione continuo dove siamo tutti professori
  • Livellamento: nel Mob, ogni idea o suggerimento conta. Che tu abbia un profilo junior o senior, apporterai sempre un punto di vista unico e utilissimo. Con questo metodo, l’accompagnamento dei profili inesperti risulta quindi più costruttivo per tutti.
  • Conoscenza: se un giorno qualcuno lascia l’equipe, tutti gli altri sapranno su cosa stava lavorando e non ci sarà perdita di conoscenza
  • Metodo: Lavorando tutti insieme, si lavora tutti nello stesso modo, il migliore

Mob Designing, una scelta possibile ?

Noi designers abbiamo spesso un ego spropositato: ogni progetto che disegniamo è per noi un’opera d’arte.

Da questo punto di vista, il Mob Designing potrebbe essere una metodologia di lavoro più etica, capace di generare solidarietà, condivisione e concordia all’interno di un gruppo di lavoro.

Mi ha molto colpito Alexandre che nella sua presentazione faceva notare che il mob sia stato inventato proprio dai programmatori che in genere sono più timidi, quindi come soluzione alle difficoltà interpersonali.

Lavorare in Mob in un contesto design sarebbe secondo me una grande ricchezza per tutti, per gli stessi motivi per i quali oggi lo è già per i programmatori che lo hanno inventato.

Tra l’altro, siamo già abituati a vedere i benefici del pairing quando un UX e un UI lavorano insieme su un progetto, invece che ognuno per conto proprio: figuriamoci se invece che essere in 2, fossimo in 5 o 6!

Invece di fare e rifare un design 10 volte per vederne i limiti col dovuto distacco, lavorarci a 6, 8 o 10 mani permetterebbe di arrivare a soluzioni più efficaci in meno tempo.

Per lo stesso principio per cui in un processo di design ideale si svolgono sempre dei test utilizzatori, credo che il Mob Designing potrebbe considerarsi come un test continuo, perché frutto dell’intelligenza collettiva di professionisti eterogenei.

Del resto, non è la prima volta che metodi di lavoro provenienti dalla programmazione vengono poi adattati al design digitale, come per esempio per l’Agile.

Non vedo l’ora di sperimentare e organizzare una sessione di Mob Designing per UI e UX Designers.

E voi, avete mai provato?

--

--

Gabriella Cinque

Italian Creative Designer living in Paris. Focus on Circular, Ethical and Systemic design. http://www.gabriellacinque.com